venerdì 7 giugno 2013

Two Blend Cores, un parere

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mar 28 maggio
TWO BLEND CORES
di Luca Maria Baldini e Mirko Dadich.


*ricomporre: dal lat. RECOMPONERE composto dalla partic. RE di nuovo e COMPONERE comporre (.q. Voce). Comporre di nuovo; dare migliore assetto, rimettere in quiete, detto dell’animo, del volto e simili.


Luca Baldini e Mirko Dadich, in arte Two Blend Cores, fanno il loro esordio al festival Frattale con un tema complesso e dalle svariate interpretazioni.
Nella sua immagine universale e archetipa, l’albero costituisce un simbolo potente che vive e si moltiplica, nello spazio e nel tempo, in un'infinita varietà di forme.
La radice ne è l’elemento più durevole. Essa ha il compito di sostenere l’albero attraverso diversi andamenti che, se considerati psicologicamente, rappresentano l’invisibile, l’inconscio, l’insondabile, l’attaccamento alla terra e la primitività dell’uomo.
Attraverso un gioco di ricomposizione, un mosaico a grandezza umana, la performance cerca di trasmettere l’importanza del luogo in cui si vive e degli oggetti che lo circondano.
Un albero di più di 300 anni, forse il più antico di Ravenna, si staglia nel giardino dell’abitazione in cui lo spettacolo prende vita.
Il rimando al radicamento è forte. La rottura delle radici provoca disorientamento. L’essere umano scappa, sbatte, torna e capisce che l’unica cosa da fare è ricomporre.
Inizia il suo viaggio, il suo respiro è affannoso. Una vita così lunga non può essere frantumata, neanche per dieci minuti.
I suoni accompagnano il suo percorso. L’idea ora è chiara e il respiro si trasforma in suono. La rabbia legata all’incertezza è tale da non rendere fluido il suo lavoro. La musica si spezza. Manca persino un tassello. Che l’albero stia scomparendo a causa della sua scomposizione? La risposta è pronta. Armato di pennello, non si lascia sorprendere e completa la parte mancante.
Tutto diventa più semplice e il puzzle sembra giungere a compimento. Ancora un ultimo tassello e il disorientamento si trasformerà in curiosità e la curiosità in certezza. È proprio questo l’abero che stavi cercando? Queste le sue radici, questo il suo profumo? Mortadella. È ora del buffet. Forse anche il rizomatico Deleuze avrebbe favorito.


Antonella Perazza

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