lun 27 maggio
Svolta
con Silvia Mazzavillani (concetto, regia, performer),
Enrico Errani (performer musicale), Daniele Pennati (performer)
Ho
lasciato una posizione non per sostituirla con altra,
ma
perché anche quella era solo stazione di un cammino.
Quel
che rimane costante nel pensare è il cammino.
E
i sentieri del pensiero nascondono in sé un aspetto misterioso:
noi
li possiamo percorrere in un senso o nell’altro;
anzi
proprio solo il percorrerli a ritroso consente di avanzare.
M. Heidegger, In cammino verso il linguaggio.
Entrano dalla porta, senza bussare,
piedi nudi. Silenzio. Passi sul parquet,
lo sguardo è sfuggente. Sono due
corpi che non si trovano e che forse neanche si cercano, separati da pochi
millimetri di vuoto. Consumano i propri spazi in modo autonomo come in una
sovrapposizione multipla. Ognuno è l’ombra dell’altro e ne è il dopplegänger.
Cosa stanno cercando? Chi stanno
cercando? Dove stanno cercando?
Non
presi l’autobus verso la stazione, mi ritrovai invece a ripercorrere tutti i
miei passi all’indietro come un goffo gambero fino all’appartamento.
La strada è impressa nella loro
memoria, sempre quella, si percorre velocemente, avanti e poi indietro, a volte
si gira e si cerca altrove. Il cammino non è il percorso necessario per
giungere alla meta: ciò che solo conta è il cammino stesso. Si cercano
possibilità. La svolta comporta possibilità. Ma tra tutte le scelte possibili
quale diventa quella giusta? Quale il risveglio emotivo, quale la presa di
coscienza?
Mi
chiusi la porta alle spalle, gentilmente questa volta e poi mi incamminai, coi
pensieri ovattati come cotone idrofilo.
La performance ci offre uno spaccato
vivido dei percorsi che siamo indotti a seguire o lasciare durante la nostra
crescita. La possibilità di un cambiamento che è spinta e fardello al tempo
stesso. La ricerca del meglio che può
diventare disagio e il disagio può trasformarsi in agonia.
Ma l’apparente fase di ricerca si
trasforma in un approdo.
La meta/stanza è spettatore e protagonista, continuo rimbalzo tra
interno e esterno, gioco sinestetico. Diventa un acquario in cui si cerca di
stare a galla. Chiusi in un cubo di vetro, i doppi valutano la possibilità di
fermarsi. Di restare.
Tutto si capovolge. Incerti si
divincolano, si contorcono. Come sonnambuli alla ricerca di aria, come pesci
che si dibattono asfissiati, aprono la finestra, sfondano l’acquario per
respirare.
Dallo studio dei movimenti di Silvia
Mazzavillani e Daniele Pennati e le musiche di Enrico Errani si apre uno
spiraglio sulla sfera emozionale di uomini e donne del nostro tempo, dispersi e
soffiati via dall’incertezza.
Antonella Perazza
svoltàre |dial. nap. votàre, sic. vutàri sbutari; fr. Vautrer: composto del lat. EX da e VOLUTàRE intensivo di VòLVERE volgere (v.q. Voce).
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