venerdì 14 giugno 2013

Fàinomai - Mattia Castelli ne parla con Antonella Perazza


dom 2 giugno
Fàinomai, animali-Atletica Smalti
di Atletica Smalti con Mattia Castelli


Ciao Mattia, vorremmo conoscerti meglio. Come ti prepari sia fisicamente che mentalmente alla performance che metti in atto? Ci sembrano molto impegnative sotto entrambi i punti di vista.
Parto dal respiro, dal mio respiro, dalla riconnessione con esso, senza modificare nulla, semplicemente osservandolo e da lì fisicamente inizio a riscaldare il mio corpo seguendo il bisogno del momento, utilizzando esercizi che so essermi utili e che ho elaborato nella mia formazione, mentre "mentalmente", come dici tu, faccio scendere un silenzio per prepararmi a divenire tramite dell'espressione Sacra che per me è l'atto artistico.


La danza può essere un modo di collegare l’uomo alle sue origini animali?
La danza, come il canto e la musica sono veicoli del Teatro, di quel contenitore rituale che da sempre è utile alla specie umana per condividere il magico viaggio della Vita, la sua illusorietà e le sue radici, le quali affondano dentro una Terra portatrice di Memoria, memoria di un'evoluzione, di una coscienza collettiva e di una molteplice natura incarnata ma ricettiva alle energie sottili di un cosmo che ci contiene.


Quindi, secondo te, quand’è che l’anima diventa animale?
Anima significa soffio e quando il soffio si incarna è già animale. L'animale è il contenitore dell'anima. La specie umana è una parte dell'insieme degli animali (genericamente intesi); aborrisco chi fa dell'uomo una specie a parte, privilegiata, eccezionale: non è così. Siamo e funzioniamo come tutti gli esseri senzienti che ci attorniano, siano essi "animali", minerali e vegetali. La Natura è la nostra guida e l'oggetto del Sapere.


Ritieni importante l’osservazione reale dell’animale su cui stai lavorando o preferisci una traduzione personale dei suoi movimenti?
Sì, è importante osservare l'animale che scelgo di volta in volta come guida per cercare di connettermi con l'energia che porta e che poi risveglia nel mio corpo la parte di me che aderisce alle lezioni di quell'animale. Tuttavia, nell'espressione corporea, non cerco l'imitazione dell'animale in questione ma procedo per trasfigurazione, verso una sintesi degli aspetti psico-fisici-emotivi che risveglia in me.


Tu parli di sei fasi di lavoro, a che punto del percorso ti trovi attualmente?
Attualmente ho dato vita a due performance che sottostanno a due differenti principi estatici del movimento e che si animano attraverso due animali, il toro e il fenicottero rosa. Sto lavorando al terzo animale che mostrerò come studio agli inizi di Luglio in un festival a Milano.



Mattia Castelli, performer di Fàinomai, con la sua esibizione chiude il Festival Frattale 2013. Arrivederci al prossimo Frattale!

Antonella Perazza

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