mar 28 maggio
Freie Aerophone
di Attila Faravelli e Matija
Schellander. In collaborazione con
Delikatessen e Il Forum Austriaco di Cultura.
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Instructions:
1. By
carefully pushing them out, extract the 3 oval-shaped bullroarers.
2. With a
tissue, clean off the black dust from the laser cut process.
3. Lightly
smooth out the edges of the ovals with the provided sandpaper. The
bullroarers will sound anyway - but we find them to play better the more
aerodynamic they are, in the sense that they will sound more only in the
low-frequency spectrum.
(dal sito http://www.auraltools.com/)
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Ciao
Attila. Vorrei sapere da te perché un musicista contemporaneo sceglie di
accostare uno strumento secolare ad una sperimentazione musicale site-specific?
Perché un mezzo di
produzione sonora antico come il rombo permette di lavorare sul suono nel suo
senso più grezzo, come una materia non ancora formata e organizzata in un
linguaggio musicale. Proprio per questo il suo suono sta in relazione con lo
spazio specifico in cui lo si utilizza. Altri strumenti più evoluti sono
talmente intrisi di musica che possono parlare 'solo' un discorso musicale, lo
spazio dell'esecuzione è un contorno. Il rombo invece emette un solo suono
elementare e questa assenza di possibilità di una modulazione discorsiva (in
senso musicale) rende percepibile lo spazio acustico in cui lo si
utilizza.
Puoi
spiegarmi come avviene la stesura di un pezzo come quelli proposti? Che peso ha
la casualità nel risultato finale?
Proprio perché il lavoro
che facciamo è sul suono l'elemento di improvvisazione è centrale, cambia
moltissimo in relazione al luogo. Inoltre, essendo la relazione con lo spazio
un elemento che ci interessa esplorare, cerchiamo di utilizzare quello che
troviamo. Quelle che si definiscono casualità J.J.Gibson le chiamerebbe
'affordances', possibilità di utilizzo che vengono offerte dall'ambiente.
Ancora prima che lo analizziamo in maniera razionale uno spazio offre delle
occasioni materiali che determinano un modo specifico di attraversamento e di
utilizzo. Ad esempio forse ti ricordi della porta a vetri, quella sera c'era la
possibilità di creare un dialogo con quella porta, che in un altro spazio non
c'è. Come puoi immaginare non c'era nessuna forma di premeditazione visto che
non eravamo mai stati in quello spazio, però la forma del nostro modo di
suonare non è casuale ma è quella di creare qualcosa a partire dagli elementi
accidentali. Comunque, sia io che Matija abbiamo una serie di operazioni e
azioni semplici che combiniamo di volta in volta in maniera diversa. La natura
di queste azioni è tale da eccitare acusticamente alcune caratteristiche dello
spazio in cui suoniamo.
Rotazione/rivoluzione,
orario/anti-orario. Sono movimenti del Freie Aerophone che troviamo nella
meccanica dei corpi celesti (sistema Sole-Terra-Luna). In che modo la Scienza
si collega al tuo lavoro?
Non ci avevo mai pensato
in questi termini e mi sembra un paragone molto bello! In 2001 odissea nello
spazio Kubrick avrebbe potuto mettere, insieme alle stazioni spaziali orbitanti
a ritmo di valzer, i primi uomini che roteavano degli ossi attaccati a un filo
(pare sia stata questa la prima forma di rombo nella storia). Della
scienza mi interessa molto l'aspetto empirico da laboratorio, procedere per
prove ed errori. Ma soprattutto mi piace molto l'idea stessa alla base
della scienza per cui ci sia un mondo.. e che quando ci muoviamo e agiamo nel
mondo il mondo non si muova con noi ma invece ci tocchi assecondare delle leggi
e delle situazioni, delle occasioni che incontriamo. Non dico questo perché io
sia determinista, anzi credo che nel fare i conti con questa presenza materiale
stia l'unica possibilità di essere liberi. Però, se ci pensi, tutti i
dispositivi di cui ci circondiamo, dagli smartphone agli Ipod, dalla macchina
al computer, alle casse dello stereo nelle nostre case super coibentate, sono
fatti per darci l'impressione che il mondo sia in nostro controllo, in un certo
senso che esso ci segua e sia una nostra emanazione, che gli ostacoli materiali
siano un fastidio da smaterializzare. L'idea alla base delle mie edizioni
(Aural Tools) è di costruire dei dispositivi che interagiscano con ed
accentuino la materialità del contesto in cui li si utilizzano. Quindi mi
interessa l'idea alla base della scienza per cui ci sia un mondo con cui fare i
conti, ma mi interessa meno l'aspetto tecnologico di controllo che comunque
deriva da un atteggiamento scientifico rigido.. Ma è un discorso complesso. So
solo che le edizioni che sto realizzando portano sempre il nome di un artista,
come a dire che non c'è il tentativo di dimostrare una verità scientifica o una
legge fisica.
A
proposito di questo. Com’è nata la collaborazione con Matija Schellander? Avete
in mente altri progetti insieme per il futuro?
Ho conosciuto personalmente Matija
quando gli ho organizzato un concerto nel mio studio a Milano, alla serie che
organizzo, The Lift. Mi è piaciuto subito il suo approccio al contrabbasso,
molto basato sul suono, molto concreto. Inizialmente la nostra collaborazione
avrebbe dovuto essere un brano per l'oggetto Trifoglio, il primo dei multipli
del progetto Aural Tools, ma poi abbiamo pensato che valesse la pena di
inventarci insieme un altro oggetto di design acustico. Matija è una persona
squisita, permettimi una equazione veramente massimalista ma basata sulla
conoscenza di molti bassisti! Come molte persone che scelgono di suonare il
basso Matija non è per niente auto-centrato, ha delle qualità di ascolto non
appariscenti ma molto profonde. Sono sicuro che ci inventeremo qualche altro
progetto per il futuro anche se non ho ancora idea di quale.
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