giovedì 6 giugno 2013

La "nostra" Antonella intervista Attila Faravelli


mar 28 maggio
Freie Aerophone
di Attila Faravelli e Matija Schellander. In collaborazione con Delikatessen e Il Forum Austriaco di Cultura.


Instructions:
1. By carefully pushing them out, extract the 3 oval-shaped bullroarers.
2. With a tissue, clean off the black dust from the laser cut process.
3. Lightly smooth out the edges of the ovals with the provided sandpaper. The bullroarers will sound anyway - but we find them to play better the more aerodynamic they are, in the sense that they will sound more only in the low-frequency spectrum.

Ciao Attila. Vorrei sapere da te perché un musicista contemporaneo sceglie di accostare uno strumento secolare ad una sperimentazione musicale site-specific?
Perché un mezzo di produzione sonora antico come il rombo permette di lavorare sul suono nel suo senso più grezzo, come una materia non ancora formata e organizzata in un linguaggio musicale. Proprio per questo il suo suono sta in relazione con lo spazio specifico in cui lo si utilizza. Altri strumenti più evoluti sono talmente intrisi di musica che possono parlare 'solo' un discorso musicale, lo spazio dell'esecuzione è un contorno. Il rombo invece emette un solo suono elementare e questa assenza di possibilità di una modulazione discorsiva (in senso musicale) rende percepibile lo spazio acustico in cui lo si utilizza. 
Puoi spiegarmi come avviene la stesura di un pezzo come quelli proposti? Che peso ha la casualità nel risultato finale?
Proprio perché il lavoro che facciamo è sul suono l'elemento di improvvisazione è centrale, cambia moltissimo in relazione al luogo. Inoltre, essendo la relazione con lo spazio un elemento che ci interessa esplorare, cerchiamo di utilizzare quello che troviamo. Quelle che si definiscono casualità J.J.Gibson le chiamerebbe 'affordances', possibilità di utilizzo che vengono offerte dall'ambiente. Ancora prima che lo analizziamo in maniera razionale uno spazio offre delle occasioni materiali che determinano un modo specifico di attraversamento e di utilizzo. Ad esempio forse ti ricordi della porta a vetri, quella sera c'era la possibilità di creare un dialogo con quella porta, che in un altro spazio non c'è. Come puoi immaginare non c'era nessuna forma di premeditazione visto che non eravamo mai stati in quello spazio, però la forma del nostro modo di suonare non è casuale ma è quella di creare qualcosa a partire dagli elementi accidentali. Comunque, sia io che Matija abbiamo una serie di operazioni e azioni semplici che combiniamo di volta in volta in maniera diversa. La natura di queste azioni è tale da eccitare acusticamente alcune caratteristiche dello spazio in cui suoniamo.
Rotazione/rivoluzione, orario/anti-orario. Sono movimenti del Freie Aerophone che troviamo nella meccanica dei corpi celesti (sistema Sole-Terra-Luna). In che modo la Scienza si collega al tuo lavoro?
Non ci avevo mai pensato in questi termini e mi sembra un paragone molto bello! In 2001 odissea nello spazio Kubrick avrebbe potuto mettere, insieme alle stazioni spaziali orbitanti a ritmo di valzer, i primi uomini che roteavano degli ossi attaccati a un filo (pare sia stata questa la prima forma di rombo nella storia). Della scienza mi interessa molto l'aspetto empirico da laboratorio, procedere per prove ed errori. Ma soprattutto mi piace molto l'idea stessa alla base della scienza per cui ci sia un mondo.. e che quando ci muoviamo e agiamo nel mondo il mondo non si muova con noi ma invece ci tocchi assecondare delle leggi e delle situazioni, delle occasioni che incontriamo. Non dico questo perché io sia determinista, anzi credo che nel fare i conti con questa presenza materiale stia l'unica possibilità di essere liberi. Però, se ci pensi, tutti i dispositivi di cui ci circondiamo, dagli smartphone agli Ipod, dalla macchina al computer, alle casse dello stereo nelle nostre case super coibentate, sono fatti per darci l'impressione che il mondo sia in nostro controllo, in un certo senso che esso ci segua e sia una nostra emanazione, che gli ostacoli materiali siano un fastidio da smaterializzare. L'idea alla base delle mie edizioni (Aural Tools) è di costruire dei dispositivi che interagiscano con ed accentuino la materialità del contesto in cui li si utilizzano. Quindi mi interessa l'idea alla base della scienza per cui ci sia un mondo con cui fare i conti, ma mi interessa meno l'aspetto tecnologico di controllo che comunque deriva da un atteggiamento scientifico rigido.. Ma è un discorso complesso. So solo che le edizioni che sto realizzando portano sempre il nome di un artista, come a dire che non c'è il tentativo di dimostrare una verità scientifica o una legge fisica.
A proposito di questo. Com’è nata la collaborazione con Matija Schellander? Avete in mente altri progetti insieme per il futuro?
Ho conosciuto personalmente Matija quando gli ho organizzato un concerto nel mio studio a Milano, alla serie che organizzo, The Lift. Mi è piaciuto subito il suo approccio al contrabbasso, molto basato sul suono, molto concreto. Inizialmente la nostra collaborazione avrebbe dovuto essere un brano per l'oggetto Trifoglio, il primo dei multipli del progetto Aural Tools, ma poi abbiamo pensato che valesse la pena di inventarci insieme un altro oggetto di design acustico. Matija è una persona squisita, permettimi una equazione veramente massimalista ma basata sulla conoscenza di molti bassisti! Come molte persone che scelgono di suonare il basso Matija non è per niente auto-centrato, ha delle qualità di ascolto non appariscenti ma molto profonde. Sono sicuro che ci inventeremo qualche altro progetto per il futuro anche se non ho ancora idea di quale. 

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