gio 30 maggio
Acqua 6x6x6
con Signorina ?Alos e Silvia Mazzavillani
Cosa
accadrebbe
se
una donna dicesse
la
verità sulla propria vita?
Il
mondo si spaccherebbe in due.
Muriel Rukeyser
Rappresentare la donna e il suo
contatto diretto con la natura è il leitmotiv delle performance di ?Alos. Dopo
Terra, infatti, l’artista entra in contatto con un nuovo elemento, indagandolo.
Acqua, flusso di emozioni in cui immergersi e con cui interagire mentre il
ticchettio della sveglia scandisce i minuti. Sei per la precisione! Sei piccoli
istanti in cui assistiamo alla magica esplorazione e in cui possiamo percepire
il nostro destino.
I rimandi mitologici ci balzano alla
mente come schegge scaturite dal suo simbolismo personalissimo che rincorre la
mitologia attraverso cambi di corrente.
Se Ofelia se ne lascia trasportare,
?Alos la domina, la fa sua e ne diventa Signora. Chi la osserva non può far
altro che percepirlo e chiedersi cosa comporterebbe l’immersione in quella
stessa vasca.
Gettarsi nelle braccia di quella donna
magica aiuterebbe l’anima a purificarsi o ne comprometterebbe irreversibilmente
la salvezza?
Nessuno può saperlo eccetto colei
che tutto conosce. La magia legata al contatto con l’acqua si traduce in
un’arsura colmabile solo attraverso un ripensamento. La donna vive la sua
condizione schizofrenica, una costante diatriba tra acqua corrente, simbolo di
vita e di purificazione, e acqua stagnante, simbolo di morte e contaminazione.
La regressione ad un modello infantile è necessaria per riuscire a dire qualcosa
che non si può o non si vuole.
Talete dice che "l'acqua è il
principio di tutte le cose; le piante e gli animali non sono altro che acqua
condensata e acqua torneranno ad essere dopo la morte".
?Alos questo lo sa bene e ad ogni
scadere di tempo e ad ogni apertura di porta torna ad essere acqua, insieme a
tutti noi.
Percuotevo
l'acqua fresca con le braccia [...] poi tuffavo la testa sotto la piccola cascata; mentre
la corrente mi inondava la bocca e il naso e frotte di guizzanti pesciolini
emergendo dalla sabbia mi solleticavano le gambe. Come poteva l'acqua essere
così meravigliosa? Sembrava lavare le ultime tracce di dolore della mia anima.[1]
Antonella Perazza
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